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Come annoti tu non si può concordare in toto sulle conclusioni di Todd, ma se vogliamo rimanere in ambito religioso, in particolare quello protestante, possiamo affermare che il trapasso dai valori vincolanti degli obblighi e dei divieti sacrali, fondamento della religiosità, al nichilismo delle società moderne è avvenuto senza quel cuscinetto temporale necessario alla costituzione di una società equilibrata nei rapporti sociali ed economici.

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Ovvio che senza aver letto interamente il libro è azzardato proporre un commento sensato. Ma basandomi sulla sintesi che hai fatto posso però dire che l'idea centrale del testo, ovvero che il capitalismo sia un prodotto della religione protestante, è decisamente sballata, innanzitutto perchè il Protestantesimo non è una religione a sé, una interpretazione del mondo ex novo partendo da concetti metafisici come sono le altre religioni, ma è una particolare versione del Cristianesimo in cui i testi sacri sono i medesimi e solo le interpretazioni differiscono dall'ortodossia, che è quella cattolica romana. E anche Weber, nel celeberrimo testo citato, prese notevoli sfondoni dovuti essenzialmente al fatto che visse e operò nel periodo in cui il Positivismo era l'ideologia di maggior successo, e questa costituiva la base di ogni studio dell'epoca che avesse per oggetto la religione, la teologia, la metafisica (Durkheim e Otto furono ottimi esempi di questa distorsione ideologica, come del resto i più citati antropologi del tempo). È quindi a mio avviso molto più sensata, e anche più rispondente alla realtà, l'idea che il capitalismo e le idee liberali che ad esso si sono affiancate si sia sviluppato come effetto (tra gli altri) della filosofia materialistica che si era affermata già da qualche secolo, e che la religione protestante sia servita come giustificazione metafisica di determinati comportamenti in un periodo in cui la religione era ancora assai diffusa, seppur a livello ormai solo superficiale, in tutti gli strati sociali e la morale era ritenuta comunque indispensabile e imprescindibile. Del resto né Weber (e nemmeno, presumo, Todd) hanno compiuto una sia pur sommaria analisi della genesi delle idee che animano il Protestantesimo. Lutero, nel '500, aveva diffuso in tutta la Germania "Il libretto della vita perfetta" chiamandolo "teologia tedesca" e facendone la base del suo Cristianesimo riformato. In quel testo non vi è nulla, ma proprio nulla, che possa moralmente o spiritualmente giustificare i comportamenti capitalistici, ed è a tutti gli effetti un testo perfettamente cristiano. Ma se Weber (e Todd) si fosse preso la briga di scoprire come si è formata la dottrina che nell'800 era alla base dello "spirito del capitalismo" avrebbe scoperto che i concetti che anche Todd cita come appartenenti all'etica protestante altro non sono che idee mutuate paro paro dall'ebraismo, a partire dalla ricchezza materiale intesa come "premio divino" già in questo mondo al concetto di "popolo eletto" che ha partorito tutti i più beceri razzismi degli ultimi secoli, oltre a molte altre. Il Protestantesimo, in sintesi, altro non è che un Cristianesimo degenerato e contaminato dall'Ebraismo, e non a caso si è sviluppato appunto ove quest'ultimo era più influente, ovvero nella mitteleuropa.

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Grazie per il lungo e articolato commento, al quale purtroppo non ho il tempo per rispondere adeguatamente. In due parole: è ovvio che affermare che il capitalismo sia frutto del protestantesimo è un'esagerazione. Semmai si potrebbe dire un'altra cosa, ovvero che un certo tipo di protestantesimo ha contribuito a plasmare una forma particolare di capitalismo. Corretto anche citare l'affermarsi del positivismo e delle filosofie materialiste. Ciò detto, Todd non è un filosofo, e anche come storico è un po' spurio (essendo più che altro un demografo e un sociologo). Come è scritto nell'articolo, non bisogna concordare con tutte le sue conclusioni, alcune delle quali sono indubbiamente forzate. Ma se gli si perdonano questi svarioni, il suo libro ha il merito di tracciare un quadro d'insieme sufficientemente realistico, utile (come ho specificato) ad aprire un dibattito sul tema della crisi dell'Occidente (cosa che finora praticamente non è stata fatta). Tale quadro, tuttavia, non è certo da assumere come definitivo e indiscutibile.

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Non era affatto mia intenzione evidenziare o sottolineare eventuali svarioni di Todd ma, sine ira et studio, solo precisare questa cosa del Protestantesimo di Weber che da oltre un secolo passa ovunque come "data" mentre non lo è affatto. Gran cosa è invece il merito di Todd di aver riportato giustamente l'analisi della crisi dell'occidente sul piano culturale e dunque su quello dei "valori", che se li si approfondisce un poco crollano dal primo all'ultimo come castelli di carte sotto il peso delle loro insanabili contraddizioni prima ancora di confrontarli con la pura e semplice verità. Mi auguro si apra un dibattito sensato su questo punto anche se, per quanto mi riguarda, non vedo all'orizzonte intellettuali disposti a mettere in discussione tutti i propri pregiudizi per andare veramente a fondo in modo onesto.

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Be'... dopo quasi un anno, il libro non è ancora stato tradotto in Inglese, nonostante sia stato recensito nel mondo anglosassone anche da giornali come il New York Times (https://www.nytimes.com/2024/03/09/opinion/emmanuel-todd-decline-west.html), per ovvi motivi: non se ne deve parlare, il che ovviamente impedisce l'apertura di un dibattito serio e sensato.

E' una buona notizia il fatto che il libro sia stato tradotto in Italia, ma, essendo una colonia ai margini dell'impero americano, in cui neanche il 40% delle persone sopra i 6 anni legge almeno un libro all'anno per motivi non strettamente scolastici o professionali (dati ISTAT 2022: https://www.istat.it/it/files/2023/12/REPORT_PRODUZIONE_E_LETTURA_LIBRI_2022.pdf), poco importa: chi governa l'Italia (anche per procura) può continuare a dormire sonni tranquilli.

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