Il negoziato ucraino e quello sul nucleare iraniano rientrano in una più ampia battaglia per la ridefinizione degli equilibri mondiali. Mosca e Teheran hanno piena consapevolezza della posta in gioco.
Grazie, Roberto, un articolo illuminante per diversi aspetti. Chiarisce in modo egregio le dinamiche in atto, altrimenti in gran parte incomprensibili. Se non si ha consapevolezza del livello strategico alcune mosse appaiono incongruenti.
Mosca ha molto da perdere da un accordo monco come quello confezionato dagli USA. A maggior ragione se la strategia Mitchell dovesse diventare la dottrina economico-militare di Trump. Quali garanzie reali può offrire l'Occidente per convincere Mosca? La dirigenza russa pare ben comprendere i pericoli sottostanti a questo tentativo di congelare la realtà sul campo e il suo tirar per le lunghe il negoziato, che date le complessità non può che essere obiettivamente lungo e dettagliato, è perfettamente giustificato. Data la situazione attuale regionale e mondiale ove la posta in gioco è la ristrutturazione dei rapporti di forza est-ovest, credo che i russi debbano giocare tutte le carte sul proseguimento dello sforzo bellico per arrivare fino sulla riva sinistra del Dnper; non sarà facile per le reazioni che l'occidente metterà in campo, ma trattare da un punto di forza come quello proposto cambierebbe sia il presente che il futuro. D'altra parte, come farebbero a giustificare ai propri cittadini la NWO e i suoi molti morti, se dovessero rinunciare a parti sostanziali delle richieste irrinunciabili?
Infatti l'impressione è che i russi stiano temporeggiando sul fronte negoziale. Soprattutto cercano di evitare di essere additati come responsabili di un eventuale fallimento della trattativa, lasciando che sia Zelensky a picconarla. Se gli USA dovessero sfilarsi dal conflitto addossando a Zelensky la colpa del fallimento negoziale, per Mosca sarebbe la situazione ideale. I russi devono invece cercare di non essere accusati a loro volta, per evitare eventuali ritorsioni USA.
Ma è possibile che Arabia Saudita ed Israele normalizzino i loro rapporti in assenza di una soluzione della questione palestinese? Che piano hanno i Sauditi?
Al momento no. Non è da escludere del tutto che la situazione cambi fra qualche anno. Alla famiglia saudita dei palestinesi importa poco, ma non può permettersi di normalizzare i rapporti con Israele mentre gli israeliani sterminano gli abitanti di Gaza. Prima le acque si devono calmare. E ci vorrà almeno qualche anno, e forse anche parecchi.
Grazie, Roberto, un articolo illuminante per diversi aspetti. Chiarisce in modo egregio le dinamiche in atto, altrimenti in gran parte incomprensibili. Se non si ha consapevolezza del livello strategico alcune mosse appaiono incongruenti.
Vero, cara Elsa. E purtroppo spesso la strategia si fa sulla pelle della povera gente...
Mosca ha molto da perdere da un accordo monco come quello confezionato dagli USA. A maggior ragione se la strategia Mitchell dovesse diventare la dottrina economico-militare di Trump. Quali garanzie reali può offrire l'Occidente per convincere Mosca? La dirigenza russa pare ben comprendere i pericoli sottostanti a questo tentativo di congelare la realtà sul campo e il suo tirar per le lunghe il negoziato, che date le complessità non può che essere obiettivamente lungo e dettagliato, è perfettamente giustificato. Data la situazione attuale regionale e mondiale ove la posta in gioco è la ristrutturazione dei rapporti di forza est-ovest, credo che i russi debbano giocare tutte le carte sul proseguimento dello sforzo bellico per arrivare fino sulla riva sinistra del Dnper; non sarà facile per le reazioni che l'occidente metterà in campo, ma trattare da un punto di forza come quello proposto cambierebbe sia il presente che il futuro. D'altra parte, come farebbero a giustificare ai propri cittadini la NWO e i suoi molti morti, se dovessero rinunciare a parti sostanziali delle richieste irrinunciabili?
Infatti l'impressione è che i russi stiano temporeggiando sul fronte negoziale. Soprattutto cercano di evitare di essere additati come responsabili di un eventuale fallimento della trattativa, lasciando che sia Zelensky a picconarla. Se gli USA dovessero sfilarsi dal conflitto addossando a Zelensky la colpa del fallimento negoziale, per Mosca sarebbe la situazione ideale. I russi devono invece cercare di non essere accusati a loro volta, per evitare eventuali ritorsioni USA.
Ma è possibile che Arabia Saudita ed Israele normalizzino i loro rapporti in assenza di una soluzione della questione palestinese? Che piano hanno i Sauditi?
Al momento no. Non è da escludere del tutto che la situazione cambi fra qualche anno. Alla famiglia saudita dei palestinesi importa poco, ma non può permettersi di normalizzare i rapporti con Israele mentre gli israeliani sterminano gli abitanti di Gaza. Prima le acque si devono calmare. E ci vorrà almeno qualche anno, e forse anche parecchi.