Il crollo del paradigma israeliano della deterrenza, la deriva etnonazionalista del paese, e il rischio di una nuova “Nakba” palestinese, spingono la regione mediorientale verso l’abisso.
Cosa pensi degli ultimi sviluppi e dichiarazioni da parte americana?
Pare che possano arrivare un accordo unilaterale con Hamas per il rilascio di alcuni ostaggi statunitensi, bypassando Netanyahu. In più hanno minacciato di ritirare le loro portaerei dalla regione. Come se non bastasse tutto ciò, oggi Israele ha ucciso un'attivista con doppio passaporto Turco ed Americano.
Sinceramente credo che l'amministrazione Biden stia semplicemente cercando di minimizzare i danni fino alle presidenziali. E per farlo, deve mantenere delle posizioni contrarie a Netanyahu. Se potessero convincerlo "con le buone", ci metterebbero la firma sotto, naturalmente. Ma ormai è evidente che, al di là delle parole, non faranno nulla che possa realmente danneggiare il premier israeliano. Quest'ultimo lo sa, e a sua volta cercherà di portare a casa il sabotaggio del negoziato senza tuttavia indispettire troppo la Casa Bianca, in particolare evitando altre provocazioni regionali. Per Netanyahu l'importante è avere la certezza che la guerra prosegua oltre novembre. Lui aspetta Trump, sperando in una sua vittoria, ovviamente.
Cosa pensi degli ultimi sviluppi e dichiarazioni da parte americana?
Pare che possano arrivare un accordo unilaterale con Hamas per il rilascio di alcuni ostaggi statunitensi, bypassando Netanyahu. In più hanno minacciato di ritirare le loro portaerei dalla regione. Come se non bastasse tutto ciò, oggi Israele ha ucciso un'attivista con doppio passaporto Turco ed Americano.
Ne ho scritto nel mio ultimo articolo: https://geopolitiq.substack.com/p/is-israel-losing-american-support
Sinceramente credo che l'amministrazione Biden stia semplicemente cercando di minimizzare i danni fino alle presidenziali. E per farlo, deve mantenere delle posizioni contrarie a Netanyahu. Se potessero convincerlo "con le buone", ci metterebbero la firma sotto, naturalmente. Ma ormai è evidente che, al di là delle parole, non faranno nulla che possa realmente danneggiare il premier israeliano. Quest'ultimo lo sa, e a sua volta cercherà di portare a casa il sabotaggio del negoziato senza tuttavia indispettire troppo la Casa Bianca, in particolare evitando altre provocazioni regionali. Per Netanyahu l'importante è avere la certezza che la guerra prosegua oltre novembre. Lui aspetta Trump, sperando in una sua vittoria, ovviamente.