IN PILLOLE – Cosa accadde in Israele la notte precedente l’attacco di Hamas del 7 ottobre?
Le indagini su quei tragici eventi sono state rinviate alla fine della guerra. Qualcuno, probabilmente, avrà interesse a ritardarle il più possibile.
Cosa accadde in Israele la notte precedente l’attacco di Hamas del 7 ottobre? I vertici della difesa israeliana ebbero ben 2 incontri quella notte, sulla base di informazioni di intelligence che indicavano la possibilità di un attacco da parte di Hamas.
Il primo incontro fu una riunione telefonica, intorno alla mezzanotte, tra alti ufficiali dello Shin Bet (il servizio segreto interno), dell’Intelligence Militare (IM), e dell’esercito. Il capo di stato maggiore Herzl Halevi era al corrente della consultazione.
Il secondo colloquio ebbe luogo intorno alle 3:00 del mattino, alla presenza del capo dello Shin Bet, Ronen Bar. Di quali informazioni disponevano questi alti ufficiali, e cosa li aveva spinti a riunirsi in piena notte?
Sulla base delle notizie di stampa che sono emerse in questi due mesi, le informazioni a loro disposizione erano numerose. Molteplici indizi, rapporti, segnalazioni. Ma non basta.
Una recente indagine del New York Times ha rivelato che i responsabili israeliani dell’esercito e dell’intelligence avevano ottenuto un documento di 40 pagine (nome in codice “Mura di Gerico”) che esplicitava punto per punto il piano che Hamas avrebbe messo in atto il 7 ottobre.
Il documento, ottenuto più di un anno fa, non conteneva una data di implementazione. Ma esso circolò ampiamente fra i responsabili militari e dell’intelligence, i quali tuttavia stabilirono che questo piano era al di sopra delle capacità di Hamas – secondo il NYT.
Ma lo scorso luglio, un analista dell’Unità 8200 (analogo israeliano dell’americana NSA) segnalò che Hamas aveva compiuto una lunga esercitazione che appariva del tutto simile al documento “Mura di Gerico”. La segnalazione fu scartata.
Dopo la segnalazione di luglio, ne sono seguite altre provenienti dalle postazioni di osservazione dell’esercito attorno alla Striscia di Gaza.
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E’ probabilmente sulla base di tali rapporti e segnalazioni che i responsabili israeliani dell’esercito e dell’intelligence si riuniscono la notte del 7 ottobre.
I vertici dello Shin Bet e dell’IM tuttavia stabiliscono che quella che Hamas sta preparando è solo un’altra esercitazione, e non raccomandano un innalzamento dello stato di allerta. Su raccomandazione dello Shin Bet, e con l’approvazione dei vertici militari, nessuna contromisura viene adottata.
Ad eccezione dell’invio del team “Tequila”, un gruppo di forze d’élite dell’antiterrorismo al confine meridionale.
Ma c’è un altro elemento che avrebbe aggravato enormemente il bilancio dell’attacco del 7 ottobre: il Nova festival, un rave organizzato per quel giorno nel kibbutz di Re’im.
Il comandante della Brigata settentrionale della Divisione Gaza dell’esercito, colonnello Haim Cohen, che ha firmato l’autorizzazione del rave il 5 ottobre, è a conoscenza delle riunioni d’urgenza la notte del 7. Ma il rave non viene cancellato.
Alle 3:00 del mattino, una soldatessa in osservazione presso l’avamposto di Kifusim riferisce di movimenti sospetti lungo la barriera di Gaza. Viene inviata una forza delle truppe Golani dell’esercito, che spara alcuni lacrimogeni e se ne va.
I superiori si lamentano con la soldatessa, che viene accusata di metterli in allarme “per qualunque cosa”, e sollecitata ad essere più selettiva nell’attivare i meccanismi di mobilitazione delle truppe.
Intorno alle 5:00 del mattino, le vedette dell’esercito mobilitano nuovamente una forza Golani a causa di movimenti sospetti vicino alla barriera di Gaza, ma lungo il tragitto la forza riceve ordini dai superiori di non avvicinarsi al confine: è pericoloso.
Durante tutta la notte, nessun ufficiale dello Shin Bet o dell’esercito si reca nell’area del rave per avvertire i responsabili della sicurezza del Nova festival sui segnali d’allarme provenienti da Gaza, o per ordinarne la sospensione.
Due settimane prima del rave, gli organizzatori erano stati invitati ad un incontro con la Divisione Gaza dell’esercito, dove gli furono notificate le condizioni per tenere l’evento. Fra esse vi era quella secondo cui la Brigata settentrionale era responsabile per la sicurezza dell’evento nello spazio antistante la barriera di confine con la Striscia di Gaza. Ma alle 6:30 del mattino, i partecipanti al rave si accorgono che le forze richieste non sono state dispiegate vicino al confine.
Di lì a poco, dopo aver violato la barriera, i miliziani di Hamas avrebbero raggiunto l’area del rave e ucciso centinaia di civili. Alle 7:00 del mattino, gli organizzatori del rave contattano il colonnello Elad Zandani, responsabile della Divisione Gaza, che aveva supervisionato l’approvazione del Nova festival, e gli riferiscono dell’attacco contro il rave. Zandani risponde che non può fornire aiuto, le truppe sono in rotta, devono cavarsela da soli. I primi soldati sarebbero arrivati al rave solo alle 3:00 del pomeriggio.
Ogni indagine sui tragici eventi del 7 ottobre è stata rinviata dal governo Netanyahu alla fine della guerra. “Questo massacro si sarebbe potuto evitare”, ha affermato una fonte dell’esercito. Qualcuno, probabilmente, avrà interesse a ritardare le indagini il più possibile.
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